Stagione 2000/01 | ||||||
Nel giugno del 2000 partecipo al corso di Bardonecchia organizzato dalla federazione piemontese e ottengo la qualifica di allenatore di base, che mi consente di sedere in panchina per la prima volta come capo allenatore. La Crocetta mi affida la responsabilità del gruppo Propaganda, formato da giocatori nati nel 1989, che abbandonano la scuola elementare, l'attività minibasket e i loro istruttori Francesco Serbassi e Paolo Giordana, da me allenato l'anno prima nella Juniores di Mondo i. Il gruppo è entusiasta e si allena volentieri. Spiccano nel gruppo Davide Carafa e Maurizio Scrimaglia, piagnucoloni ma grintosi al punto che ricevono le consegne di capitano e vice capitano, il concreto Gianpaolo Querio, il talentuoso Matteo Passera, un Dado Commodo ancora molto bimbo, il simpatico Dario Caldara, il sornione Alessandro De Carolis, il silenzioso ed intellettuale Matteo Marzuoli, il furbetto Leo Pellegrino, il minuscolo e generoso Marcello Zuccaro, l'instabile Eugenio Accornero, l'irrequieto Edoardo Pace, il dolce Roberto Altomani. Io, per quanto sia alla prima esperienza come coach, ho altrettanto entusiasmo, forse anche troppo! Essendo alle prese con la prima programmazione tecnica della mia vita, preparo il programma tecnico annuale da svolgere con i miei bravi 11enni (oggi li chiameremmo Esordienti), e lo sottopongo alla revisione dell'esperto collega Renato Albano, che quell'anno aveva in carico il gruppo Allievi '86 (oggi diremmo Under 15). Renato mi ringrazia, perchè di fatto ho scritto il programma per lui, invece che per me: difesa sulla palla, d'anticipo, lato debole, aiuto e recupero, rotazioni difensive a tre, pressing tutto campo con raddoppi e rotazioni. Forse con degli 11enni è bene dedicarsi a cose più semplici di quelle che la mia esperienza da giocatore mi suggeriva... sul momento non capivo e non accettavo, ma con il tempo mi sono accorto che aveva ragione. |
Stagione 2002/03 | ||||||
Questa è la mia terza e ultima stagione alla guida del gruppo '89 della Crocetta. La categoria si chiama BAM, nome onomatopeico derivante dal rumore del pallone sul parquet (?). Faccio finta di crederci, ma per chi non ce la fa proprio, dico che è l'equivalente della vecchia categoria Ragazzi, attualmente Under 14. Ci iscriviamo al campionato di eccellenza, nel quale ci confrontiamo con squadre molto forti come l'Ivrea di coach Luca Sacco e il Kolbe, in collaborazione con l'Auxilium, allenata da Marco Spanu. La più grossa novità personale arriva a dicembre: decido di smettere di giocare in serie D, e a partire da gennaio offro la mia collaborazione a coach Marco Fornasero, per il secondo anno coach della prima squadra della Crocetta, militante in serie C2. Nel roster inizia a farsi luce il 18enne Leone Gioria, che con la sua determinazione e le sue penetrazioni, rigorosamente con mano destra, riesce a compensare l'assoluta assenza del tiro da fuori, e si propone come uno dei giovani più interessanti del campionato. È inferiore lo spazio dei due 17enni Giovanni Tarello e Luca Radossevich, già allenati alcune stagioni prima nel gruppo Propaganda, come assistente di Andrea Corrado. Giovanni fatica a trovare minuti in un gruppo molto esperto, mentre Luca è vittima di un infortunio al legamento crociato, che lo terrà fuori per tutta la stagione. La stagione si chiude con la salvezza e la conseguente doccia da vestiti per me e coach Fornasero, che lascia l'attività, per impegni familiari, aprendo così alla ricerca di un nuovo allenatore. |
Stagione 2003/04 | ||||||
Nell'estate 2003, dopo l'abbandono di coach Marco Fornasero per motivi familiari, la Crocetta decide di assegnarmi la guida della propria prima squadra. Ad aiutarmi ci sono Sandro Granaglia come assistente, Gianfranco Bertinotti e Paco Bonelli come dirigenti. La società decide di riconfermare sostanzialmente il roster della stagione precedente, con otto giocatori sopra i 28 anni: Carlo Saccone, Andrea Calvo, Riccardo Rinaldi, Gianluca Rocco, Umberto "Pipu" Scali, Piero Tibaldi, Lorenzo Germak e Luca Bochicchio, A questi se ne aggiunge in corsa un nono, Marco Occhiena, che non si è accasato presso nessun'altra società dopo l'esperienza al CUS Torino. Completano il gruppo altri due giovani senior, i 22enni Paolo Giordana e Marco Ceroni, aggregati al gruppo pur consapevoli delle poche opportunità di gioco, e i giovani: il 19enne Leone Gioria e i 18enni Giovanni Tarello e Luca Radossevich. In prestito dal CUS Torino arriva il 19enne Marco Destreri, e durante la stagione vengono saltuariamente aggregati al gruppo della C2 anche i giovanissimi cadetti Stefano Tarello, Alberto Giordana e Ludovico Rivoira. Sono reduce dal primo anno del corso di allenatore a Bormio, e organizzo una preparazione atletica impeccabile... sulla carta. Non partecipiamo alla coppa Piemonte e, dopo una serie di amichevoli, arriviamo all'esordio in campionato, in trasferta a Ivrea. I primi 30 minuti della stagione sono favolosi... il problema sta nei sette mesi successivi. A Ivrea vinciamo, faticando un po' ma trovando nella difesa a zona un'arma contro la quale gli eporediesi di coach Titto Porcelli non riescono a trovare il filo della matassa. In chiusura di terzo periodo, Leone Gioria, senz'altro uno dei leader tecnici del gruppo nonostante la giovane età, va a segnare da solo in contropiede e si accascia per terra: frattura da stress del metatarso, 4 settimane di gesso e altrettante di riabilitazione. A Ivrea vinciamo, ma poi perdiamo le 11 successive. Ci confrontiamo contro squadre costruite per vincere: Domodossola (coach Giorgio Lazzarini), Oleggio, CUS Torino (coach Dario Morra), Arona (coach Lele Facchin) e altre ancora. Sembra un incubo: ovunque andiamo, raccogliamo complimenti e sconfitte, sconfitte e complimenti. Nei playout soccombiamo di misura contro Casale, morendo con la palla in mano nel deserto del PalaFerraris. Però i risultati in C1 ci arridono, e scopriamo che i turni successivi danno ancora una chance di salvezza: espugnamo Castelnuovo, dove ho la splendida idea di ascoltare un consiglio del mio "assistente a gettone" Andrea Corrado, che mi suggerisce di mettere in campo nel terzo periodo baby Tarello, che ringrazia con la tripla che da il "la" alla nostra vittoria. Poi vinciamo lo spareggio secco contro contro Pinerolo, disputato su campo neutro nel torrido palazzetto di Carmagnola, visto che eravamo ormai a metà giugno, protagonisti del nostro futuro. Laconico il commento di coach Renato Caputo nel pregara: "Sono tutti in vacanza, a metà giugno giochiamo solo noi e la NBA!" I fratelli Deregibus non mollano mai, ma l'esperienza dei nostri giocatori chiave, Calvo e Occhiena su tutti, ci permette di portare a casa l'incontro e il titolo di C2 per il decimo anno consecutivo, forse il più difficile della storia della società, vista l'anzianità del gruppo e la giovinezza del coach. Nel frattempo i "miei" ragazzi dell'89 erano stati affidati alle cure di coach Stefano Auriemma, appena ritornato alla Crocetta dopo un quadriennio passato tra Collegno e Venaria. |
Stagione 2004/05 | ||||||
A 18 anni ero arrivato a giocare negli juniores della Crocetta, a 33 anni finisco la mia esperienza in via Piazzi, con la salvezza raggiunta alla guida della prima squadra. Il congedo è traumatico, non tanto per la legittima scelta della società di affidare la responsabilità della prima squadra all'amico Andrea Corrado, operando acquisti di argentini professionisti come Drovandi e Camargo, ma per il rifiuto della mia offerta di collaborazione con un gruppo del settore giovanile, dopo l'impegno profuso per anni in totale volontariato. Dopo la seconda estate consecutiva a Bormio e il conseguimento della qualifica di "Allenatore", inizio una nuova avventura presso il Kolbe del presidente Danilo Peano, che già tre anni prima mi aveva contattato per sondare il mio interesse ad allenare al Kolbe, mentre alla Crocetta allenavo l'89. Al Kolbe il progetto è molto interessante: si tratta di allenare la squadra juniores eccellenza, formata dai migliori '87 di Kolbe e Auxilum, che collaborano per il terzo anno consecutivo. L'analogo gruppo '88, marchiato Auxilium, è allenato da coach Ivan Pozzato. L'integrazione di due gruppi è sempre problematica, soprattutto quando avviene ad un'età non più giovanissima (tra 17 anni e 18 anni) e con una decisione piovuta dall'alto, forse non sufficientemente metabolizzata dai ragazzi. Dall'Auxilium provengono Paolo "Mike" Mina, Paolo Sciacca, Paolo "Fonzie" Fenoglio, Andrea Vaglienti, che poi ritroverò iscritto al corso per allievi allenatori e altri ancora, fra cui il povero Alessandro Di Gennaro, venuto a mancare nel settembre 2005 in un incidente automobilistico. Dal Kolbe arrivano Paolo Martinelli, Mirko Frascone, Andrea Gazzola e Alessandro Lisa progressivamente inseriti anche nella prima squadra di coach Francesco Ferrigno, e altri ancora. Ad arricchire il tasso tecnico e fisico della squadra, arriva da Venaria Alberto Fenocchio, reduce dall'esperienza eccellente a Casale Monferrato. |
Nella revisione di fine stagione, la società mi comunica soddisfazione per la qualità del gioco espresso dalla squadra, ma sottolinea come i risultati attesi non siano arrivati e per questo motivo non vengo riconfermato. Lascio il Kolbe con assoluta serenità, anche se solo dopo un anno, soddisfatto di tutto quello che ho fatto e con la consapevolezza di aver avuto a che fare con una società diretta da persone chiare, schiette, corrette e per bene. |
Nella primavera 2005 un'altra bella avventura è quella del torneo internazionale di Vigliano e Borgomanero, al quale il comitato regionale FIP viene invitato a partecipare con una selezione regionale di giocatori 17-18enni. Il referente tecnico Maurizio Salvemini mi incarica di selezionare i giocatori per il torneo e condurre la squadra. Mi faccio aiutare inzialmente da coach Davide Busato (Bra) e poi anche da coach Enzo Patrignani (Settimo). Arriviamo secondi, dietro i bravissimi tedeschi di Urspring, e festeggiamo, come si vede in foto. | ||||||
Di quei giorni e di quei ragazzi ho un ricordo fantastico. Senza timore di fare torto a qualcuno, su tutti cito Giancarlo Ferrero di Casale, un esempio di umiltà, senso del gruppo e leadership, tutte doti che vanno ben oltre le sue evidenti qualità tecniche, che ne fanno, a distanza di qualche anno, uno dei migliori prodotti della pallacanestro piemontese. |